Progedit

Fin dagli esordi la società si è connotata per la sua impronta progettuale (l’acronimo infatti è una abbreviazione di Progetti editoriali) e per una forte professionalità editoriale.

“Avevo maturato nella Laterza, dal 1976 al 1996, una lunga esperienza, collaborando direttamente con Vito Laterza, occupandomi  di editing e, inoltre, coordinando la grafica di copertine e materiali promozionali” ricorda l’editore Gino Dato. “La scuola di questa importante figura è stata determinante e non teme al momento confronti sul mercato. Sicché, avendo fatto libri per una vita, dopo un licenziamento collettivo, con altri colleghi ci dicemmo: ora cominciamo a fare libri in nome nostro, cominciamo a firmare il nostro maglione con il nostro marchio”.

Il logo è stato disegnato dal maestro Gepi Deliso, rappresenta un calamaio che mette radici e dal quale sbocciano quindi delle foglie. Il marchio è espressivo del Dna della Progedit: Progedit è parola che mette insieme le iniziali di “Progetti” ed “editoriali”, proprio perché progettare significa proiettarsi in avanti, allargare gli orizzonti, fare della tensione un metro di analisi e di costruzione  del reale.

Ma progetto è anche impegno, militanza civile con le sole armi che ci hanno insegnato a usare: le idee, la parola, i libri.

Pensare a costruire attraverso le analisi e le ipotesi, raccontare quel che è e che potrà essere sono le sole armi che, tra l’altro, dobbiamo usare per ribaltare le sorti del nostro Mezzogiorno.

Negli ultimi anni, in particolare, si è affinato l’approccio progettuale in quelli che sono i filoni  della strategia d’intervento della Progedit:

1. la formazione, in particolare nella scuola e nell’università;
2. gli strumenti per le imprese e il management;

3. il territorio, le tradizioni, i beni culturali e ambientali.

I tre filoni indicati convergono soprattutto su una attenzione particolare per la storia e lo sviluppo del territorio, l Mediterraneo e il Mezzogiorno.