Studio peren - Brevetti per invenzioni industriali e Marchi: Comunicato Stampa
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10 ago Studio peren - Brevetti per invenzioni industriali e Marchi00:00 - 10 ago 2011 Ugento (Lecce) http://www.studioperen.geometra.it/
le nicchie di mercato in cui predomina il genio italiano
c o m u n i c a t o s t a m p a
In attesa di un avanzamento sul fronte del brevetto UE unico,
riguardo al quale domani ci sarà una tappa fondamentale a Bruxelles,
depositate in 11 anni oltre 40mila domande italiane di brevetto europeo
Roma, 9 marzo 2011 – Preparazioni igienico-sanitarie, principi farmacologici funzionali alle preparazioni mediche, packaging, tecnologie per la trasmissione dell’informazione digitale, applicazioni tecnologiche per la casa, a cominciare dalle attrezzature per la cucina, le serrature, le finestre e porte. Sono gli ambiti settoriali in cui si concentra il “genio italico”, misurato attraverso il numero di richieste di brevetto europeo – in attesa che decolli quello comunitario, in discussione domani a Bruxelles − provenienti da imprese, centri di ricerca, Università e inventori individuali. Nicchie di mercato nelle quali l’Italia ha messo in gioco in 11 anni la propria capacità innovativa, quantificabile in 40.524 richieste di brevetto presentate all’Epo, l’European Patent Office, pari al 3,3% di tutte le domande presentate all’Ufficio europeo. Quarantamila domande che valgono “solo” una sesta posizione per numero di richieste fra i Paesi del G7 (alle spalle di Usa, Germania, Giappone, Francia, Gran Bretagna e prima solo del Canada), con un tasso di crescita però significativo (4,1% annuo, meglio di Gran Bretagna, Germania e Francia) e un’incidenza sulla popolazione (oltre 70 domande di brevetto ogni mille abitanti) e sul Pil (il 2,4% per ogni miliardo di euro di prodotto interno loro) analoga a quella inglese, ma ben inferiore a quella di altri Paesi, Germania in testa.
Se l’Italia innovativa, delineata dall’Osservatorio brevetti e marchi di Unioncamere, che analizza le domande di brevetti italiani presentati all’Epo e quelle di registrazione dei marchi depositati all’Uami, sconta quindi un certo “ritardo” rispetto agli altri componenti del G7 nel campo della tutela delle tecnologie, risulta invece assai più propensa alla tutela del design e del brand, tanto da occupare, nella medesima classifica, la quarta posizione per numero di marchi comunitari depositati e la seconda per le domande di design. Brand e creatività, insomma, ai quali l’Italia del made in Italy, nella sua lotta contro le imitazioni e la contraffazione, risulta ormai particolarmente attenta.
“L’accordo sul brevetto Ue rappresenta un passo importante e atteso da tutte le imprese comunitarie che puntano sulla creatività per vincere la sfida dei mercati mondiali”, evidenzia il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “Considerato l’impatto che questa innovazione avrà sulle imprese, mi auguro che con la pronuncia della Corte di Giustizia espressa ieri si possa riaprire il dibattito sulle questioni legate al brevetto Ue che necessitano di accordi e modalità di intervento condivise tra i 27 Stati membri, e non solo tra un numero ristretto di componenti, come il Consiglio competitività europeo sembra orientato a decidere nella riunione di domani. I dati dell’Osservatorio brevetti e marchi di Unioncamere riguardanti i brevetti Epo e soprattutto il deposito di marchi delle imprese italiane in Europa dimostrano che il nostro sistema produttivo è consapevole dell’importanza di difendere le proprie produzioni sul mercato comunitario. Questa consapevolezza potrà ulteriormente diffondersi solo se le imprese italiane avranno accesso a un sistema di tutela che non comporti un aggravio dei costi”.
40.000 mila brevetti europei in 11 anni
Tra il 1999 e il 2009 l’European Patent Office (EPO) ha pubblicato 1.246.233 domande di brevetto, l’80% delle quali sono state presentate dai Paesi del G7[1]. I Paesi del BRIC[2] detengono una quota esigua di domande di brevetto pubblicate nello stesso periodo, pari a 1,0%.
Distribuzione per Paese e per anno delle domande di brevetto pubblicate da EPO nel periodo 1999-2009
Paese
Quota 1999 (%)
Quota 2009 (%)
Quota 1999-2009 (%)
Tasso di crescita medio annuo
1999-2009
USA
28,9
25,9
28,3
+3,8%
Germania
21,0
18,2
18,7
+3,5%
Giappone
17,6
16,9
17,5
+4,5%
Francia
7,4
6,6
6,6
+3,8%
Gran Bretagna
4,7
3,7
4,1
+2,4%
Italia
3,5
3,2
3,3
+4,1%
Canada
1,4
1,5
1,5
+6,1%
Totale Paesi G7
84,4
76,0
80,0
+3,8%
Brasile
0,1
0,1
0,1
+11,7%
Federazione Russa
0,1
0,1
0,1
+9,6%
India
0,1
0,3
0,2
+22,0%
Cina
0,1
1,3
0,5
+42,9%
Totale Paesi BRIC
0,3
1,9
1,0
+27,0%
Altri Paesi
15,3
22,1
19,1
+8,9%
Totale EPO
100,0
100,0
100,0
+4,9%
Fonte: Elaborazione Unioncamere-Dintec su dati EPO
Al di fuori della Cina, che ha incrementato la propria produzione, la crisi ha inciso sulla capacità brevettuale di tutti i Paesi del G7 e del BRIC provocando una flessione delle richieste di brevetto pubblicate dall’EPO nel 2009 rispetto al 2008. Nel 2009 l’Italia ha diminuito del 5% la sua attività nel deposito di domande di brevetto rispetto all’anno precedente.
Indicatori di brevettazione per i Paesi del G7 e per i Paesi BRIC, elaborati dalle domande di brevetto EPO
Paesi
Domande di brevetto
Variazione % domande
Brevetti/mln abitanti
Brevetti/mld PIL
2008
2009
2009 vs 2008
2009
2008
2009
USA
38.151
33.438
-12,4%
108,9
2,7
2,4
Germania
24.450
23.556
-3,7%
287,6
8,4
7,9
Giappone
23.187
21.811
-5,9%
171,1
5,3
5,3
Francia
8.720
8.526
-2,2%
136,1
4,1
3,9
Gran Bretagna
5.019
4.790
-4,6%
78,6
2,3
2,1
Italia
4.423
4.200
-5,0%
70,3
2,4
2,2
Canada
2.193
1.963
-10,5%
58,2
1,7
1,5
Cina
1.503
1.738
+15,6%
1,3
0,1
--
India
173
168
-2,9%
0,1
0,1
--
Brasile
190
182
-4,2%
0,9
0,8
--
Federazione Russa
467
351
-24,8%
2,5
0,1
--
Fonte: Elaborazione Unioncamere-Dintec su dati EPO e su dati OCSE
Alle imprese va l’Oscar dell’inventività. Sono loro, infatti, i soggetti che hanno dato il maggior apporto alla brevettazione europea negli 11 anni presi in considerazione, con una quota di domande pubblicate che raggiunge l’86,3%. La parte rimanente si suddivide tra Inventori persone fisiche (10,0%), Centri di ricerca e Università (2,3%) e richiedenti non italiani (1,4%).
L’81,4% delle domande pubblicate dall’EPO tra il 1999 ed il 2009 proviene dal Nord: il 49,5% dal Nord-Ovest, con un apporto predominante della Lombardia, il 31,9% dal Nord-Est, grazie al contributo soprattutto di Emilia Romagna e Veneto. La quota rimanente si deve al Centro per il 13,2% e solo per il 4,0% al Mezzogiorno. Queste due macroaree, tuttavia, fanno registrare la più consistente variazione percentuale media annua (pari a +6,5% per il Sud e Isole).
Milano è in testa nella classifica delle province italiane, con il 25,9% delle richieste italiane di brevetto europeo da parte delle imprese e per il numero di imprese brevettanti (1.677). Il capoluogo lombardo è seguito a distanza da Torino (8,7% dei brevetti, 613 imprese brevettanti) e Bologna (7,1% dei brevetti e 479 imprese brevettanti).
Stmicroelectronics è l’indiscussa impresa leader italiana per numero di domande di brevetto Epo pubblicate: 1.587 le sue domande, più del doppio delle 609 del Centro Ricerche Fiat.
Top 10 imprese italiane domande di brevetto pubblicate da EPO nel periodo 1999-2009
Posizione
Denominazione
Totale
1
Stmicroelectronics
1539
2
C.R.F. – Centro Ricerche Fiat
609
3
G.D..
426
4
Pirelli Pneumatici
360
5
Telecom Italia
307
6
Basell Poliolefine Italia
198
7
Magneti Marelli Powertrain
184
7
Sigma Tau Industrie Farmaceutiche Riunite
172
8
Fiat Auto
169
9
Solvay Solexis
164
10
Pirelli & C
163
Fonte: Elaborazione Unioncamere-Dintec su dati EPO
52.000 marchi comunitari in 11 anni
Sono 620.196 le domande di marchio comunitario depositate tra il 1999 ed il 2009 presso l’Ufficio per l’Armonizzazione del Mercato Interno (UAMI il 65,9% delle quali sono state presentate dai Paesi del G7. I Paesi più attivi nel deposito di marchi presso UAMI sono gli Stati Uniti, con il 18,1% del totale domande, la Germania che raggiunge il 17,0% e la Gran Bretagna con l’11,6%. Le domande italiane sono 52.532. Il nostro Paese, con una quota del 8,5% delle domande, si posiziona così al quarto posto fra i paesi del G7.
Distribuzione per Paese e per anno delle domande di marchio depositate presso UAMI
Paese
Quota 1999 (%)
Quota
2009 (%)
Quota per totale periodo
1999-2009 (%)
Tasso di crescita medio annuo (99-09)
USA
24,5
12,8
18,1
0,4%
Germania
16,8
18,2
17,0
8,0%
Gran Bretagna
12,6
9,8
11,6
4,5%
Italia
8,9
8,6
8,5
6,8%
Francia
6,8
7,4
7,0
8,0%
Giappone
2,5
2,1
2,5
5,2%
Canada
1,2
1,1
1,2
6,1%
Totale Paesi G7
73,3
59,9
65,9
5,0%
Cina
0,1
0,8
0,4
27,8%
Brasile
0,1
0,3
0,4
17,9%
India
0,1
0,3
0,2
19,3%
Federazione Russa
0,0
0,1
0,1
16,2%
Totale Paesi BRIC
0,4
1,5
1,0
22,2%
Altri Paesi
26,3
38,6
33,2
11,3%
Totale UAMI
100%
100%
100%
7,1%
Fonte: Elaborazione Unioncamere-Dintec su dati UAMI
Se si considera invece l’incidenza delle domande di marchio comunitario sulla popolazione, l’Italia si piazza al terzo posto nella classifica dei marchi per milione di abitanti, dietro a Germania e Gran Bretagna, ma davanti agli Stati Uniti.
Indicatori normalizzati per i marchi comunitari depositati nel 2008 e nel 2009 dai Paesi del G7 e dai Paesi BRIC.
Paese
Domande di marchio
Variazione % domande
Marchi /mln abitanti
Marchi /mld PIL
2008
2009
2009 vs 2008
2009
2008
2009
Germania
12.450
13.216
6,2
161,4
4,1
4,5
USA
10.550
9.322
-11,6
30,4
0,7
0,7
Gran Bretagna
7.582
7.123
-6,1
116,9
3,3
3,2
Italia
6.236
6.242
0,1
104,5
3,2
3,2
Francia
4.861
5.360
10,3
85,6
2,2
2,5
Giappone
1.560
1.508
-3,3
11,8
0,4
0,4
Canada
868
794
-8,5
23,5
0,7
0,6
Cina
393
559
42,2
0,4
0,0
--
Brasile
324
249
-23,1
1,3
0,2
--
India
166
210
26,5
0,2
0,1
--
Federazione Russa
41
54
31,7
0,4
0,0
--
Fonte: elaborazione Unioncamere-Dintec su dati UAMI e OECD
Nord-Ovest (41,6%) e Nord-Est (33,5) guidano la classifica a livello nazionale, seguiti dal Centro (17,7%) e dal Sud e Isole (7,0%). Tra le Regioni, l’apporto principale proviene dalla Lombardia, seguita a distanza da Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Lazio. Il Sud e Isole e il Centro sono le macroaree con il maggiore tasso di crescita annuo per domande depositate, con percentuali superiori alla media nazionale, rispettivamente pari a 8,9% e 7,2%.
La provincia con il maggior numero di marchi comunitari depositati è Milano, con una quota del 22,3% ma con una crescita nel periodo 1999-2009 inferiore rispetto alla media delle imprese italiane. Le altre province possiedono una quota di domande nettamente inferiore, con le grandi città metropolitane – come Roma, Bologna e Torino – che si collocano nella parte alta della classifica. Alcune città di provincia, caratterizzate da un diffuso utilizzo del marchio comunitario, presentano una variazione media annua per il periodo 1999-2009 nettamente inferiore al valore nazionale. Il rallentamento si riscontra ad esempio in alcune province del Veneto, come Verona e Vicenza.
Per il periodo 1999-2009 la classifica delle province in base al numero di imprese richiedenti il marchio comunitario vede Milano in prima posizione – con 3.636 imprese − seguita da Roma e da Bologna. Alle loro spalle si incontrano città di dimensioni contenute, sul cui territorio si trovano spesso dei distretti industriali, caratterizzati dalla presenza di piccole e medie imprese, come ad esempio Vicenza (784 imprese) e Treviso (681 Imprese).
Distribuzione provinciale delle richieste di marchio comunitario delle imprese per il periodo 1999-2009.
Provincia
Quota % domande di marchio delle imprese (1999-2009)
Tasso di crescita medio annuo delle imprese
(1999-2009)
Imprese richiedenti
(1999-2009)
Milano
22,3
+5,2%
3.636
Roma
5,9
+10,7%
1.054
Verona
4,5
+2,6%
643
Bologna
4,1
+5,2%
723
Torino
4,0
+7,8%
651
Vicenza
3,5
+3,9%
784
Treviso
3,5
+5,2%
681
Firenze
2,7
+5,4%
508
Modena
2,6
+4,5%
484
Padova
2,4
+5,3%
498
Bergamo
2,4
+9,5%
445
Brescia
2,3
+6,8%
489
Parma
2,3
+11,6%
268
Varese
1,7
+9,6%
323
Como
1,5
+9,4%
193
Venezia
1,5
+7,7%
311
Totale imprese Italia
90,3
+6,2%
17.958
Fonte: Elaborazione Unioncamere-Dintec su dati UAMI
La maggior parte dei richiedenti il marchio comunitario sono imprese, con una percentuale del 90,3%. Seguono le persone fisiche (8,0%), quindi le Associazioni, Enti pubblici e privati, Fondazioni, Università (1,6%).
I principali ambiti di tutela richiesti per il periodo 1999-2009 riguardano i prodotti di “largo consumo” - tra i quali figurano i dispositivi elettronici, elettrici, ottici, digitali, gli occhiali, gli oggetti di protezione, tra cui caschi, gli estintori – con una quota di marchi del 20,3%. A seguire i prodotti del “sistema moda” – con una quota di marchi del 20,2%. La prima classe riguardante i servizi si trova in terza posizione con una quota del 15,5%. Si tratta essenzialmente di servizi che implicano l’aiuto nell’esercizio o la direzione di un’azienda commerciale; l'aiuto nella direzione degli affari o delle funzioni commerciali di un'azienda industriale o commerciale; i servizi di imprese di pubblicità.
Accanto ai beni di largo consumo, al “sistema moda” e al terziario avanzato si posiziona il settore agroalimentare. Le imprese italiane che operano in questo settore ricorrono alla tutela dei prodotti prevalentemente nelle classi:
- classe 29 (carne, pesce, frutta/ortaggi conserv., latte e derivati, oli e grassi);
- classe 30 (caffè, tè, cacao, zucchero, riso, farine, gelati; miele; lievito, spezie,… );
- classe 33 (bevande alcoliche, tranne la birra).
Sommando il contributo di tutte le classi riconducibili al settore agroalimentare si ottiene per l’Italia una quota complessiva del 13,4%, nel periodo 1999-2009.
56.000 design comunitari in 7 anni
Il 65,9% delle 451.218 domande di design comunitario depositate tra il 2003-2009 presso l’Ufficio per l’Armonizzazione del mercato interno (UAMI) proviene dai Paesi del G7. Nello stesso periodo i Paesi BRIC contribuiscono alle domande di design comunitario con una quota del 1,1%.
L’Italia, con 56.123 domande e con tasso di crescita medio annuo del 9,7%, si posiziona pertanto al secondo posto – con una quota del 14,7% - dietro alla Germania (24,3%).
Domande di design comunitario depositate presso UAMI nel periodo 2003-2009 per i Paesi del G7 e i Paesi BRIC
Paesi
Quota 1999 (%)
Quota
2009 (%)
Quota
2003-2009 (%)
Tasso di crescita medio annuo
2003-2009
Germania
24,0
25,3
24,3
10,3%
Italia
14,2
14,5
14,7
9,7%
USA
10,4
6,4
8,3
0,8%
Francia
7,0
9,0
8,3
14,1%
Gran Bretagna
8,7
5,6
6,7
1,7%
Giappone
4,3
2,6
3,2
0,4%
Canada
0,4
1,0
0,5
28,8%
Totale G7
69,0
64,3
65,9
8,1%
Cina
0,3
1,2
0,9
42,4%
Brasile
0,4
0,3
0,2
3,0%
India
0,0
-