In internet è facile imbattersi in siti che propongono l’acquisto di liste email. E si possono fare anche affari dato che si vendono su cd cose del tipo “ 12 milioni di email alla modica cifra di 700 € “.
Per conoscere meglio questo argomento ecco di seguito alcuni consigli.
Per prima cosa ricordiamo che ogni email deve avere il consenso espresso della persona che poi riceverà comunicazioni commerciali.
Per le liste che si comprano da fornitori esterni ci deve essere anche il consenso a ricevere comunicazioni di terze aziende.
Quindi in quest’ultimo caso sarà l’azienda che ha raccolto i dati e che spedirà i messaggi che avrà la premura d’indicare nel messaggio una frase del tipo “ Vi abbiamo selezionato l’offerta del sito di ecommerce XXX” , oppure di aggiungere nel disclaimer dove e da chi i dati sono stati raccolti.
Le eventuali cancellazioni della lista si faranno direttamente con il proprietario della lista noleggiata. Quanto detto è finalizzato a rendere noto all’internauta perché e come ha ricevuto il messaggio pubblicitario.
Quindi, nel caso di acquisto di una lista email da un sito online, già viene meno uno dei requisiti richiesto dalla legge non solo italiana ma europea per cui a voi nuovi proprietari della lista in realtà non vi è stato dato nessun consenso da parte dell’internauta che tutto al più ha dato il consenso all’azienda che vende le liste.

Non ci sono solo aspetti legali di cui vogliamo parlare ma altri certamente più gravi che riguardano la vostra strategia di marketing.


Un deterioramento dell’immagine della vostra marca
Per prima cosa i 12 ml d’indirizzi email pagati 700€ sicuramente non sono parte del vostro target. Sicuramente poi per il fatto di stare in quella lista significa ricevere massicce dosi di email pubblicitarie.
Il risultato dell’azione presumibilmente avrà un tasso di apertura del 1%. Qualcuno sostiene però che l’ 1% di apertura su 12 milioni d’invii è un buon risultato. Quello degli invii massivi ci sembra tuttavia un ragionamento da “ spammer” che può andare bene per chi vende il viagra e non ha un immagine da salvaguardare sul mercato.
Immaginatevi dunque decine di milioni di internauti che ricevono una vostra offerta che non interessa e spedita ad una email a cui non hanno dato consenso. È molto possibile che gli internauti si faranno un cattiva immagine della vostra marca e che richiederanno la cancellazione dei loro dati o peggio ancora vi segnaleranno come “spammer” a organismi di controllo che regolano la rete.

Una caduta considerevole del vostro tasso di consegna
Innanzitutto dobbiamo soffermarci su come ragionano i filtri anti spam. Ecco i criteri : pulizia della lista, reattività della lista, assenza di cancellazioni, assenza di denunce per spam.
Si capisce che un uso massivo di una lista con email di origine dubbie segnalerà il vostro nome ai filtri antispam. E ciò pregiudicherà i successivi invii sia a liste prospect sia a liste clienti.



Una caduta dei risultati nelle dem di fidelizzazione
Se ad esempio un gestore (ad esempio gmail) vi ha giudicato come spammer non distinguerà quando vorrete comunicare alla vostra clientela o fare prospezione. In ogni caso stopperà la vostra campagna!
Anche se la vostra comunicazione è perfettamente legittima. Il risultato di tutto ciò è che le vostre preziose newsletter di fidelizzazione che generano risposte e profitti finiranno nel cestino degli “spam” senza raggiungere il vostro cliente. Si ottiene così una caduta dei risultati nelle dem di fidelizzazione.
E anche il fatturato ne risente !!
C’è chi usa il trucco di spedire da diversi indirizzi IP ma i link puntano sempre al vostro sito e quindi prima o poi i gestori arrivano sempre a bloccare quelle dem con all’interno link che puntano al vostro sito ormai classificato come di proprietà di uno spammer.

Ripercussioni sulle attività e le relazioni con i clienti
Le email di conferma di un ordine, le email che riguardano le password, e altre comunicazioni di servizio, tutto insomma quello che spedite via email rischia di finire nel cestino spam. E di conseguenza il N° di telefono del servizio clienti rischia la congestione per le proteste e disservizi.

Sanzioni
Organismi locali e internazionali vi metteranno sotto osservazione a fronte di cittadini che vi avranno denunciato e indicato come spammer perché inviate pubblicità non desiderata e per cui non è stato dato mai un previo consenso. Il garante della privacy può arrivare a infliggere una multa e anche di più.


E tutto questo per aver comprato a prezzo stracciato un cd contenente milioni di email ? o per una campagna di prospezione esservi affidati ad un centro media poco chiaro circa il metodo di raccolta dei dati ?? o ancora più assurdo aver accettato di pagare in base al N° di aperture, senza pensare che il fornitore si serve di un cd con milioni di email di origine non certa ?
Ad ogni modo un test pratico, fatto su pochi casi e magari su IP differenti, per capire se la lista che state utilizzando è dubbia, è il seguente : se il tasso di apertura delle email è < 5% ed il tasso dei ritorni per “indirizzo email errato” è > 10% allora lasciate perdere !!
Il consiglio finale per minimizzare i rischi è quello che colui che vi offre le liste dimostri che la lista è indicata al vostro target, che la raccolta dei dati sia avvenuta in conformità alla legge ( opt in) e in quale contesto cioè attraverso quale portale, landing page o form di iscrizione .

Marco Merlo - mls
Articolo gentilmente concesso da Clic and Site leader in Francia dell’affitto di liste per azioni dem.