Questa fase può essere eseguita in una delle due cabine presenti nell’impianto. Queste sono affiancate e dispongono di un sistema di scorrimento che consente un’ottima flessibilità e velocità nei cambi colore.
L’utilizzo di una cabina rispetto all’altra viene definito di volta in volta a seconda delle esigenze specifiche del programma di lavoro.
La vernice utilizzata è sempre in polvere ed è composta da resine termo-indurenti non tossiche, con pigmenti colorati dai quali deriva la tonalità e l’aspetto superficiale della finitura. L’applicazione della vernice sui pezzi avviene tramite erogatori robotizzati – reciprocatori a 4 pistole GEMA – che cospargono di polvere i pezzi muovendosi in maniera automatizzata, a velocità e getto costante.
Le cabine hanno un sistema automatico per il recupero della vernice in eccesso che non si deposita sui pezzi, ciò serve a garantire una totale assenza di polveri disperse nell’aria e nell’ambiente di lavoro.
Gli impianti di aspirazione e filtraggio assicurano costanza di qualità alla polvere, che dunque non subisce inquinamento.
Le polveri sono studiate e prodotte in modo da depositarsi sul materiale metallico, anche grazie ad un campo elettrostatico appositamente creato in cabina. Tale metodo consente una copertura omogenea delle superfici con la quantità di micron desiderata. Lo spessore medio di vernice applicata è di circa 80 micron e varia in relazione al tipo di vernice e alla specifica richiesta del committente.
Oltre alla copertura dei pezzi in maniera automatica, è comunque presente un operatore con funzione di verifica e controllo, che interviene con pistola manuale se necessario.
Dopo l’eventuale ritocco manuale, i pezzi escono dalle cabine e proseguono il cammino sulla catena che li trasporta all’interno del tunnel di polimerizzazione, detto anche forno di cottura.